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Paleophotography #2: Cameratruck

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Cā€™era una volta il Mammoutismo. Prima che il ā€œprogressoā€ tecno-scientifico ne distruggesse il virus a colpi di miniaturizzazione e terapie dā€™ingrandimento, individui resi folli dalla malattia erano convinti che le proprie macchine fotografiche dovessero essere tanto piĆ¹ grandi quanto piĆ¹ lo erano i soggetti da riprendere. O forse, come ha scritto Ando Gilardi, ā€œparve, e pare, a certi artisti dellā€™obiettivo che la loro abilitĆ  si potesse valutare dalle misure della macchina usataā€ (Ando Gilardi, Storia sociale della fotografia, Bruno Mondadori, 2000, p. 151). Il piĆ¹ imponente di questi mostri dellā€™immagine fu certamente il Mammouth di J. A. Anderson, costruttore di macchine fotografiche di Chicago, il quale, per conto della compagnia ferroviaria Chicago & Alton Railway, costruƬ nel 1900 la macchina fotografica da viaggio piĆ¹ grande del mondo. La compagnia voleva una fotografia del treno speciale Alton Limited, una fotografia enorme e unica, non un foto-collage: avevano costruito un treno perfetto, e ne che chiedevano una foto perfetta. Il Mammouth pesava sette quintali, era montata su un vagone ferroviario, impressionava una lastra di due quintali e mezzo che richiedeva quaranta litri di soluzione per essere sviluppata. La Zeiss costruƬ appositamente due obiettivi: un normale di tre metri di focale, un grandangolo di un metro e sessantacinque centimetri. Alle riprese erano addetti quindici fotografi, sotto la direzione di George R. Lawrence (un paio di link per chi volesse approfondire: documenti originali sulla Mammouth Camera di Anderson, e un ottimo articolo sul fotografo GeorgeĀ  R. Lawrence e le sue imprese ā€œfinora impossibiliā€).

Per fortuna qualche baccello deve essere sopravvissuto, salvando i mammouth dallā€™estinzione. Quanche anno fa, infatti, il fotografo americano Shaun Irving e lā€™Art Director inglese Richard Browse hanno creato quella che attualmente ĆØ considerata la macchina fotografica mobile piĆ¹ grande del mondo. Progettata in America e costruita in Spagna, la Cameratruck ĆØ una box camera realizzata allā€™interno di un furgone per le consegne. Misura 5x2x2 metri e i negativi che ne risultano sono giganteschi. ā€œEā€™ la macchina fotografica perfetta per ritrarre un soggetto cosƬ vasto come la Naturaā€, sostiene il team del progetto. ā€œPer comprendere davvero la Natura e i suoi innumerevoli volti, ĆØ necessario avere una macchina fotografica il piĆ¹ possibile simile ad essa. Una macchina enorme e in costante movimento. Questa ĆØ la Cameratruckā€, un mezzo perennemente in viaggio per trovare la Natura e riportarla in immagini, in grado allo stesso tempo di indagarne il rapporto complesso con lā€™umanitĆ .

La Cameratruck, con il foro stenopeico visibile sul lato sinistro.

La Cameratruck funge contemporaneamente da mezzo di trasporto, alloggio, camera oscura, e da fotocamera gigante. Nonostante possa apparire come una meraviglia tecnologica, la fotocamera ĆØ la piĆ¹ semplice possibile: un box a tenuta di luce con un foro, cioĆØ una macchina stenopeica. A differenza della semplice fotocamera stenopeica, perĆ², la messa a fuoco ĆØ regolata da una grande lente militare (una proviene da un periscopio sottomarino), e il fotografo, per prendere la foto, deve stare allā€™interno della macchina. Questā€™ultima caratteristica rende la Cameratruck un valido strumento educativo, come sostiene lo stesso Shaun: ā€œLa fotografia ĆØ molto piĆ¹ facile da comprendere quando si sta in piedi allā€™interno di una macchina fotografica e si osserva il fenomeno verificarsi tutto intorno a sĆ©ā€.

Una delle lenti utilizzate per la messa a fuoco.

Shaun con un negativo.

Il formato dei negativi, circa 2,5 metri di larghezza per 1 metro di altezza, rende impossibile una normale procedura di sviluppo. Shaun ĆØ costretto a lavorare con secchi colmi di prodotti chimici, spugne, e una pompa da giardino. Sulle immagini si vedono le parti in cui ĆØ mancato lo sviluppo, impronte e bolle lasciate dalla spugna. Nonostante il processo sia molto lungo ā€“ circa mezzā€™ora per predisporre lā€™esposizione finale, un elemento di serendipitĆ  ĆØ sempre rintracciabile nelle stampe.

La storia del progetto, la costruzione della fotocamera, e le quattro settimane del primo tour in Spagna del 2006 sono raccontati in un documentario di AndrƩs Duque Bernal intitolato Landscapes in a Truck: http://www.documentamadrid.com/documentamadrid07/en/seccion.php?cod_seccion=1&cod_pelicula=46&pageNum_rs_peliculas=0&totalRows_rs_peliculas=12

I siti del progetto: http://www.cameratruck.net/Site/Landing.html e http://www.cameratruck.es/

Tutte le immagini Ā© 2010 Shaun Irving

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